Da Anita Rée a Nicholas Kalmakoff: i perdenti della storia dell’arte raccontati in un libro

Da Anita Rée a Nicholas Kalmakoff: i perdenti della storia dell’arte raccontati in un libro

in foto: Autoritratto di Anita Rée, una delle “Outsider” raccontate da Accatino nel suo nuovo libro.

Loro sono pittori, incisori, disegnatori e fotografi i cui nomi passerebbero inosservati in qualsiasi manuale di storia dell’arte: proprio per questo Alfredo Accatino ha scelto di raccontarli nel suo ultimo libro, “Outsiders. Storie di artisti geniali che non troverete nei manuali di storia dell’arte”, un volume di oltre duecento pagine con decine di storie di uomini e donne dimenticati dalla storia, in un volume pubblicato da Giunti.

In questa antologia fuori dagli schemi l’autore opera un importante lavoro di ricerca e ricostruzione delle fonti per raccontare storie passate inosservate agli occhi dei grandi critici d’arte. Vite parallele a quelle dei grandi maestri dell’Impressionismo o del Surrealismo che siamo abituati a conoscere, escluse dalle pagine di storia in quanto “outsiders” appunto: vite molto spesso al limite della miseria e della sofferenza le quali, anche se sconosciute, hanno prodotto degli esempi di arte unici nel loro genere.

Gli uomini e le donne di Accatino sono i perdenti della storia dell’arte, quelli che nessuno, a parte gli addetti ai lavori, conosce. L’autore torna a raccontarli in modo completo e diretto, senza tralasciare un aspetto fondamentale della materia trattata: l’arte non è “successione di separazioni” o di stili diversi fra loro; l’arte è soprattutto connessione, vita vissuta ed esperienze intrecciate le une con le altre. Per questo raccontare le vite e le storie di Felix Nussbaum, Anita Clara Rée o di Adolf Wölfli non vuol dire escludere i grandi nomi come Picasso, Mirò o Modigliani: semmai significa tentare di completare una storia molto più complessa e vasta di quello che crediamo.

Gli sconosciuti dell’arte

Pavel Filonov, Autoritratto.in foto: Pavel Filonov, Autoritratto.

Alfredo Accatino ha raccolto tante storie di artisti oggi dimenticati, provenienti dai più diversi angoli di mondo. Come quella di Nicholas Kalmakoff, pittore morto in completa solitudine nel 1955 a Parigi. Appartenente alla vecchia aristocrazia russa, Kalmakoff si era trasferito nella capitale francese continuando ossessivamente a dipingere i suoi soggetti onirici, a tratti inquietanti, ispirati all’Art Nouveau russa. Rimase a lungo dimenticato fino a quando, a metà degli anni Sessanta, le sue opere, firmate con il monogramma “K”, vennero rinvenute in un mercato delle pulci parigino da due studiosi.

Come dimenticata, spazzata via dalla furia del nazismo, è stata la storia di Anita Rée: nata ebrea ma convertita al luteranesimo, Anita prese parte al movimento secessionista di Amburgo e fu una delle fondatrici del Gedok, la prima associazione di donne artiste della Germania di Weimar. Morì suicida nel 1933, e le sue opere distrutte dai nazisti, che la definirono “degenerata”.

in foto: Nicholas Kalmakoff, L’Ange de l’Abime.

Accatino riscopre questi e tanti altri artisti: il polacco Stanisław Witkiewicz, morto anch’egli suicida alle soglie della seconda Guerra Mondiale, l’ebreo Felix Nussbaum, morto in un campo di concentramento nazista, e il pittore e poeta Pavel Filonov, morto di fame e di stenti durante l’assedio di Leningrado.

Molte le donne che compaiono nel libro di Accatino: fra tutte spicca la “Frida Kahlo indiana”, Amrita Sher-Gil, pioniera dell’Avanguardia indiana e morta ad appena 27 anni per un aborto clandestino. Una pittura, quella di Amrita, che mescola ispirazioni europee ai linguaggi e ai colori della sua terra nativa, rappresentata in un quadro per la prima volta proprio da questa artista. Nella lista delle “Outsiders” compaiono anche Lili Elbe e Vivian Maier, insieme ad Artur Cravan, Gerald Murphy e un italiano, Gino Rossi, considerato uno dei precursori dell’arte moderna ma morto pressoché sconosciuto.

Fonte: Da Anita Rée a Nicholas Kalmakoff: i perdenti della storia dell’arte raccontati in un libro