Poco prima di Natale, Michela Vittoria Brambilla aveva ottenuto una vittoria: in 334 supermercati della catena Conad Adriatico era diventato possibile entrare con i propri amici a quattro zampe.
L’iniziativa
Maria Vittoria Brambilla, dopo essere stata Ministro del Turismo sotto il governo Berlusconi, ha affrontato varie battaglie per i diritti degli animali. Un esempio su tutti è quello di Green Hill. L’ex onorevole si espose per chiedere la chiusura del lager da cui vennero liberati numerosi cuccioli di beagle, tanto da fondare la Lega per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, di cui oggi è presidente.
La sua ultima sfida è stata questa: far accettare gli animali da compagnia nei supermercati. Ad aderire all’iniziativa fu la catena Conad Adriatico, ma si prevede che nei prossimi tempi anche molti altri supermercati aderiranno.
E’ quindi possibile entrare nel supermercato accompagnati dal proprio amico scodinzolante. Se il cane è di grossa taglia, dovrà (ovviamente) essere tenuto al guinzaglio. Per i più piccoli e per i gatti, invece, sono disponibili dei carrelli con un vano apposito. Insomma, tra il seggiolino per i bimbi e la zona per il cagnolino, c’è da chiedersi se rimarrà abbastanza spazio per mettere la spesa.
L’iniziativa è stata realizzata per “semplificare la vita di chi vive con un animale”. A dare il via sono stati 17 ipermercati delle regioni Abruzzo, Puglia e Marche. Molto probabilmente, in poco tempo la disposizione sarà applicata in tutta Italia.
Gli animali nei ristoranti
La storia cambia se si parla di ristoranti e negozi. A tal proposito, la legge è chiara fino ad un certo punto. Il D.P.R. 320 del 1954 afferma che è illegale vietare l’ingresso di animali da compagnia sui mezzi pubblici, nei locali pubblici e negli esercizi commerciali; ovviamente il guinzaglio è obbligatorio.
L’unica eccezione vale per gli ambienti in cui gli alimenti vengono preparati o trattati (es. le cucine).
Il decreto afferma però che l’accesso a locali pubblici per gli animali è vietato nel caso in cui venga esposto, fuori dall’esercizio, un cartello esplicito ed apposito.
Il problema sorge perché molte Regioni e Comuni hanno emanato decreti che vanno in conflitto con la legge nazionale. Ad oggi, quindi, se sia possibile entrare in un negozio o un ristorante con il proprio cane o gatto, dipende da dove vivete.
Gli opposti li troviamo a Varese e a Torino. Nel capoluogo lombardo la disposizione è ribaltata: i cani possono entrare solo se è esposto un cartello esplicito. Tutto si inverte a Torino: via libera in tutti gli esercizi! Se il proprietario di un esercizio vuole vietare l’ingresso agli animali, deve richiedere un’autorizzazione al Comune, motivando validamente la propria scelta.
Nel resto d’Italia, tutto è variabile: in molti locali Roma, ad esempio, l’accesso è consentito ed è quindi possibile pranzare insieme al proprio cucciolone.
Ovviamente, neanche a dirlo, tutte queste disposizioni non contano per i cani accompagnatori di disabili. In questo caso la legge nemmeno dovrebbe esprimersi, basterebbe un po’ di sensibilità umana.